Cambiare vita, cambiare prospettiva, iniziare a viaggiare e trovare la direzione per realizzare un sogno. Questa è la storia di Kerstin di La Tana dell’Orto. L’ho incontrata a Lecce e a Taranto, quando sono stata in Puglia per la presentazione di La mia casa ecopulita.
E’ lei la protagonista di questa intervista. Mi ha ospitata preparando fantastici manicaretti, da cuoca provetta che ha fatto della cucina naturale, bio e vegan, una scelta di vita. Lascio che siano le sue parole a raccontare un’esperienza ricca di emozioni e ancora in evoluzione.
1) Ti sei trasferita dal Nord alla Puglia, mentre molti giovani scelgono esattamente il percorso opposto. I tuoi viaggi per il mondo hanno influenzato la tua scelta? Come è cambiata la tua vita da quando vivi a Taranto? E c’è qualcosa o qualcuno di cui senti la nostalgia?
Rotolando verso Sud. La migrazione al contrario è stata una delle scelte migliori della mia vita. E del resto mi è sembrata naturalissima. Rompere gli schemi ha un che di sovversivo, e spesso è più facile di quanto si pensi. In verità già molti hanno fatto questo tipo di scelta, anche se, per onestà di cronaca, resta maggiore il numero di persone che migrano da Sud a Nord. Non sono i miei viaggi che hanno influito sul Sud, è il Sud che ha influito sui miei viaggi, e in generale, su molte scelte e momenti importanti della mia vita. Dalla Sicilia al Messico, dall’Africa a Rodi, dal Kerala alla Puglia, il sole, il sorriso delle persone, la storia che spesso permea questi luoghi mi hanno guidata ed attirata fin da che io ricordi.
La mia vita a Taranto è cambiata molto, in primo luogo da un punto di vista sociale: ho subito sentito di far parte di questo luogo, di questa terra. I problemi che deve digerire tutti i giorni sono diventati problemi miei, così come sono diventati miei i meravigliosi scorci, un mare stupendo (ricco di delfini!) e i tramonti che mi riscaldano quasi quanto gli abbracci ed i sorrisi delle persone che ho conosciuto e che sono diventate parte della mia vita in questi due anni. Tendo ad essere una persona ottimista e positiva, per cui si, la nostalgia ad esempio della mia famiglia la sento, ma essendo raminga da molti anni fa parte del mio modo di vivere, e l’amore e l’interesse verso di loro non ha nulla a che vedere con spazi e confini terreni. Per cui c’è più la voglia di condividere con loro, seppur a distanza, quello che è il mio spazio di vita in questo momento.
2) A Taranto hai dato inizio al progetto La Tana Dell’Orto. Nella tua casa accogli animali in difficoltà e te ne prendi cura con amore, organizzi incontri dedicati alla cucina bio-vegan e ospiti couch-surfer da tutto il mondo. Cosa ti sta insegnando questa esperienza e quali sono i prossimi progetti?
La Tana dell’Orto è nata prima di Taranto, ma qui ha trovato il giusto terreno per poter germogliare così come era nella mia testa. D’altronde venire qui è stato un fattore importante proprio in quest’ottica: volevo che da mia passione/lavoro potesse diventare anche uno strumento sociale, di condivisione, di crescita e di sostegno. Ho cercato di creare un luogo dove le persone potessero conoscersi e condividere sogni, speranze, esperienze, un luogo dove poter condividere quello che è il primo step verso una vita cruelty-free, ovvero il cibo. Attraverso le cene sociali, abbiamo raccolto fondi per aiutare chi aveva bisogno, oppure abbiamo condiviso esperienze di crescita personale attraverso corsi di yoga, incontri con persone che avevano un talento o delle conoscenze da condividere.
A settembre 2013 abbiamo fatto il BioVeganFest a Taranto-Saturo, e speriamo di rifarlo al più presto.
I corsi di cucina sono la cosa che preferisco, uno in particolare, è strutturato come un percorso, in 5 lezioni, e li, con la scusa delle ricette, si parla di etica, di biologico, di decrescita felice, di cosa comprare, dove, del fatto che possiamo e dobbiamo cambiare le cose, e che la prima rivoluzione avviene nel piatto e soprattutto che ognuno di noi può fare la differenza. Il luogo dove viviamo è stato scelto anche per poterlo condividere con altri, e così come Tana dell’Orto abbiamo aperto la nostra porta a viaggiatori consapevoli attraverso il couchsurfing, indirizzandolo a persone che volevano condividere scelte di vita alternativa. Spesso, attraverso il couchsurfing abbiamo anche fatto dei bellissimi baratti, persone che abbiamo ospitato in cambio di aiuto nelle giornate dedicate con il gruppo alla pulizia delle spiagge dai rifiuti, per esempio, e come non citare lo scambio con te, cara Marta, per la presentazione del libro ed il workshop.
I prossimi progetti sono workshop di varia natura: da quello sulla felicità con l’amica psicologa Laura Menza, a corsi di cucina con l’amica nutrizionista Raffaella Trovato, a cene sociali, sempre con un occhio ad attività varie dedicate ai nostri fratelli anima-li, in collaborazione con volontari ed associazioni della zona. Il randagismo, per esempio, qui in Puglia è un tema putroppo attuale e per il quale stiamo lavorando ad un progetto che speriamo possa decollare al più presto.
3) Insieme ad amici, amiche e concittadini stai dando vita ad un Gruppo di Acquisto Solidale molto particolare. Si tratta di un Gas Vegano. E’ facile trovare dei produttori locali che rispettino l’etica vegan e l’ambiente?
Spesso, quando si parla di biologico, le persone lamentano il fatto che i prezzi siano più alti. Il che a volte può essere vero, ma in linea di massima, credo che sia vero l’opposto: è il convenzionale che ha prezzi stracciati, e questo a discapito dell’ambiente, del lavoratore, etc. Per aiutare a sfatare questo mito e soprattutto perché crediamo che il vero cambiamento sia una società che torni ad essere collaborativa, abbiamo istituito il GAV (gruppo di acquisto vegano) vegGASati. E’ un progetto impegnativo, che ha avuto i suoi alti e bassi, ma dopo aver insistito vedo che sta prendendo la strada che speravo: ovvero quella della condivisione e della collaborazione: ci si dividono i compiti e si cerca di ottimizzare gli acquisti. Si premiano le aziende e le realtà locali, quelle virtuose, quelle piccole che non fanno parte della grande distribuzione. E così si fanno scoperte meravigliose, come il fatto che in Sicilia, alle pendici dell’Etna, contadini amorevoli coltivano avocado e mango, e sai che soddisfazione la filiera corta?
4) Per chi è vegan mangiare fuori casa un pasto completo e nutriente, magari al ristorante, è ancora un’ incognita, anzi, una vera e propria sfida. Ma qualcosa sta cambiando e tu sei parte di questo cambiamento proprio dal punto di vista della cucina e dell’alimentazione. In provincia di Lecce la novità è l’Azienda Agricola Piccapane, con orto biologico e menù vegan. Vuoi raccontare qualcosa in proposito?
Sono arrivata a Piccapane ad agosto di quest’anno e non potrei essere più felice. Giuseppe Pellegrino, il titolare, ha creato questo luogo che nasce con una forte volontà sociale, il che, per chi fa attività, è davvero raro, e pertanto ha tutta la mia stima. E’ stato inoltre scelto di fare un’alimentazione solo vegan. A Piccapane per me è come essere a casa, tutto rispecchia le mie scelte di vita, e anzi, anche un passo oltre: non c’è nulla che mi ispiri di più che prendere i prodotti dall’orto e prepararli poi per le nostre cene. A Piccapane c’è un via vai di gente da tutto il mondo: i wwoofers. Persone che in cambio di vitto e alloggio vanno nelle aziende biologiche per imparare come coltivare la terra con amore e rispetto. Sono molto felice perché il mese prossimo (dicembre) partiremo con un progetto fantastico: proporremo, una volta al mese, il “Food for All”. Si potrà venire a mangiare a Piccapane e pagare una quota che si sceglierà personalmente. Questo lo facciamo per dare la possibilità a chiunque di venire a mangiare sano e vegan. Quindi con entusiasmo ed estrema gioia mi occupo della biosteria di Piccapane, insieme ad un team che, per adesso, è tutto rosa.
5) So che il tuo viaggio non finisce qui. Tra i tuoi sogni coltivi quello di trasferirti in aperta campagna, magari in una casa di paglia. Da dove nasce il tuo bisogno di contatto con la matura? Hai dei consigli per chi vuole cambiare vita e lasciarsi alle spalle la frenesia delle grandi città?
La Tana dell’Orto, deve per forza avere un orto. Il mio percorso personale e professionale vanno di pari passo, e il continuare questo percorso di decrescita unendolo ad un progetto di lavoro è quello che sento dentro. Le case di paglia, la campagna, l’orto: questo è quello che ho in mente. Un luogo dove poter convivere anche con gli anima-li, dove curarsi di loro. Un luogo dove poter ospitare persone, sia con il baratto che come ospiti paganti, un luogo dove si cucina, si condivide, si coltiva. Le case di paglia perchè mi piace moltissimo l’idea di tornare al naturale, e sono certa che si possano sfruttare gli aspetti sani e positivi della modernità spogliandoci del superfluo e capendo l’essenziale. Ho avuto la fortuna di crescere immersa nella natura, e di questo non sarò mai sufficientemente grata ai miei genitori, quindi la Natura è qualcosa che io sento dentro.
Inoltre sono convinta che alcuni problemi della società odierna siano l’alienazione, la diffidenza, la competizione. Credo che piccole comunità, dove si possano crescere e coltivare realmente le relazioni, dove si condividano in maniera attiva sogni e lavoro, progetti e speranze, sia un modo concreto di cambiare le cose, e prima di tutto se stessi. Mi vengono in mente le parole di Tolstoj citate in “Into the Wild”:
“Ho vissuto molto, e ora credo di aver trovato cosa occorra per essere felici: una vita tranquilla, appartata, in campagna. Con la possibilità di essere utile alle persone che si lasciano aiutare, e che non sono abituate a ricevere. E un lavoro che si spera possa essere di una qualche utilità; e poi riposo, natura, libri, musica, amore per il prossimo. Questa è la mia idea di felicità. E poi, al di sopra di tutto, tu per compagna, e dei figli forse. Cosa può desiderare di più il cuore di un uomo?”.
Ecco, è anche la mia idea di felicità.
Tu mi chiedi se posso dare un consiglio… l’unica cosa che posso dire è che quello che ci sembra impossibile è invece possibile, e che spesso ci barrichiamo dietro paura e convenzioni per non fare il passo che in cuor nostro desideriamo. Penso che la vita sia un meraviglioso viaggio, e credo che come ogni viaggio sia bello condividerlo con gli altri, merita di essere rispettato e vissuto in modo tale da essere felici. La nostra società ci impone modelli di felicità fittizia e poco lungimirante, credo che invece la felicità vada coltivata, proprio come faremmo con le piante del nostro amato orto: con l’aiuto di altre piante, in sinergia tra di loro e con il tutto.
La Tana dell’Orto è attiva su Fb con profilo e pagina e con un blog, dove cerco di condividere pensieri, progetti, ricette, speranze, semini di gioia e consapevolezza.
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“Dedicato a tutti i fratelli terrestri” – così ci saluta Kerstin.
Vi abbiamo incuriositi? Spero che nelle parole di Kerstin abbiate trovato numerosi spunti di riflessione legati alla vostra vita quotidiana e ai vostri sogni.
Ecco alcune foto dei fantastici piatti di Kerstin.
Seguite La Tana dell’Orto su Facebook e sul blog di Kerstin, per scoprire tutte le sue iniziative e le sue ricette bio, vegan e raw.
Qui trovate le informazioni sugli incontri in corso in questo periodo, dedicati alla cucina sana e naturale e organizzati da La Tana dell’Orto in collaborazione con la Lilt di Taranto.
Ovunque voi abitiate, spero che prima o poi riusciate a raggiungere questo luogo magico in uno dei vostri viaggi, magari inseguendo il desiderio di cambiare vita.
Marta Albè
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