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Una gita fuori programma

Sto riscoprendo il piacere di partire senza fare programmi in questo agosto soleggiato in cui di tanto in tanto comincia a insinuarsi finalmente la pioggia, che spero possa portare momenti di ristoro e di rigenerazione nel mondo naturale.

Così con la mia piccola famiglia sono partita per un Ferragosto fuori programma, scegliendo la meta all’ultimo minuto e preparando gli zaini con lo stretto necessario.

Che poi significa portare con sé le scarpe giuste e ciò che occorre per un pic-nic frugale con riso freddo, frutta fresca e panini.

Partiamo da una posizione privilegiata nella pianura Padana che in circa un’ora di viaggio da casa ci permette di raggiungere le prime montagne della bergamasca o del triangolo lariano.

Si tratta di una fortuna immensa per riuscire ad organizzare al volo una gita fuori porta con una camminata in montagna, al fresco e al riparo tra gli alberi, adatta anche a un bambino di quattro anni.

Ero già alla ricerca di luoghi interessanti per delle gite fuori porta e per il nostro Ferragosto l’istinto e l’intuito mi hanno guidata verso una meta molto particolare, inaspettata e quasi magica.

La foresta dei Corni di Canzo, in provincia di Como, dove sono presenti sentieri percorribili anche da famiglie che viaggiano con bambini piccoli, come la nostra.

Stefano ora ha quattro anni e in questa estate assolata sta scoprendo il piacere di camminare nel verde, all’ombra degli alberi, con le sue gambe (e anche sulle spalle del papà).

Siamo una famiglia che cerca di vivere in modo consapevole e sostenibile e questo è uno dei nostri modi preferiti per essere felici.

L’ispirazione è nata sfogliando una guida dedicata ai parchi e alle aree protette in Lombardia.

Ho scelto la meta senza saperne molto, dato che la guida forniva una descrizione sintetica e il tempo a disposizione per decidere di partire godendo di un’intera bella giornata era poco.

Partire senza programmare mi ha permesso di camminare per oltre tre ore tra i boschi nel sentiero più semplice che porta da Canzo a Terz’Alpe e viceversa.

Il cielo blu e terso per quasi tutta la giornata, le farfalle leggere e numerose e il profumo costante degli abeti saranno per me indimenticabili.

So già che tornerò presto in questi luoghi che sono come uno scrigno ricco di tesori da scoprire.

Sono partita senza programmare nulla e la sensazione di meraviglia che ho incontrato ha superato ogni mia aspettativa.

Nei nostri zaini preparati in cinque minuti non mancava nulla di indispensabile e il pic-nic all’ombra degli alberi a Prim’Alpe, su un bel tavolo di legno con panchine, ci ha più che rifocillati, donandoci le energie per arrivare alla fine del sentiero e per il ritorno.

Ho percorso tutto il sentiero in salita con passo leggero e senza fatica, per la gioia di aver scoperto per caso un luogo rilassante e rigenerante nello stesso tempo.

Questi luoghi sono famosi perché costituiscono un meraviglioso habitat naturale per le farfalle.

Una farfalla si è posata fugacemente sulla mia mano durante il pranzo al sacco e un’altra farfalla si è messa in posa per una fotografia sulla via del ritorno.

Questa è la vita, questa è la connessione profonda con la natura che così tanto amo.

Una volta tornata a casa, ho trovato questo bellissimo articolo di approfondimento sui sentieri di Canzo, che ti consiglio di leggere da cima a fondo.

Infine, a proposito del camminare come via del benessere e come ricerca di sentieri alternativi, ti suggerisco questo libro.

Quale è stata la tua ultima partenza non programmata e come è andata?

Marta Albè

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