Siamo in un periodo dell’anno speciale, un momento in cui la natura si prepara al cambiamento e alla trasformazione.
Il passaggio dall’estate all’autunno è lento e ciclico e lo vedremo progredire nel corso delle prossime settimane.
Non esiste un taglio netto tra la fine dell’estate e l’arrivo dell’autunno e per questo motivo il mio desiderio più forte per vivere bene la stagione di passaggio è uscire dalla retorica dei nuovi inizi.
Perciò non affermerò che il primo giorno di settembre è come un capodanno o che arriva oggi il momento di dire addio all’estate e di non pensare più alle vacanze.
Questo modo di vivere non ci permette di assaporare la bellezza dell’estate, dei suoi doni e dei giorni di vacanza, ci spinge a cancellare i ricordi o a considerare le esperienze vissute in viaggio come cose di poco conto, perché ormai è arrivato il momento di gettarsi a capofitto in qualcosa di nuovo.
In questo primo giorno di settembre l’estate non è ancora finita e alcune persone cominceranno proprio oggi le vacanze che hanno atteso tanto a lungo o decideranno di partire per un nuovo viaggio, per vivere in pienezza l’ultima parte della stagione.
Siamo in un momento di passaggio così importante per la natura che la medicina tradizionale cinese ha voluto denominarlo con precisione, chiamando questa fase tarda estate e associando ad essa l’elemento Terra.
E mi trovo di nuovo qui, riannodati i fili che legano l’inizio e la fine.
Il passaggio tra le stagioni è graduale, così come lo sono le fasi della nostra vita.
Se ci pensiamo bene, i tagli netti sono rari o hanno comunque degli strascichi che prolungano i loro effetti nel tempo.
Quasi come se tra una fine e un inizio esistesse un tempo di passaggio fatto di fili da riannodare per ricucire tra loro il passato, il presente e il futuro.
Immagino un telaio, un tessuto con una trama che si crea a poco a poco in modo costante fino al momento di ultimare l’opera, che ne rappresenta il culmine e che richiede grande attenzione e pazienza, ma che non è poi la fine di tutto, perché il telaio potrà comunque ripartire con un nuovo lavoro.
Un’antico arcolaio con una ruota che gira, la ruota del tempo che scorre e che dona continuità alla vita.
L’immagine dei fili che servono per riannodare la fine e l’inizio mi è giunta dalle parole di Luiz Ruffato, scrittore brasiliano, autore del romanzo La tarda estate.
Quando il caldo torrido se ne sarà andato e inizieremo a sentire la prima brezza autunnale, ma l’autunno non sarà ancora ufficialmente cominciato, entreremo nella tarda estate.
Ne ho sentito le prime avvisaglie in queste ultime sere di agosto in cui le temperature hanno iniziato a scendere.
La luce si sta facendo meno intensa, il sole è ancora molto caldo ma non più rovente.
Stanno arrivando quelle piogge che aiuteranno la rigenerazione della natura.
Nella mia esperienza, però, non riconosco la tarda estate solo dai segnali climatici, ma soprattutto da quel velo di malinconia che mi si posa sul cuore e dai giorni che all’improvviso iniziano a scivolare via più rapidamente del previsto.
È una malinconia tutta da vivere che non va scacciata, ma accolta.
Perché è proprio quel velo di malinconia che ci consente di fare tesoro dei doni della stagione estiva, in cui forse abbiamo ritrovato quella leggerezza di cui sentivamo tanto la mancanza e durante la quale magari siamo riusciti a viaggiare più del previsto.
La mia estate è stata così.
Sono partita, ma non sono fuggita, ho costruito ponti e telai che mi sono serviti per scoprire nuovi luoghi e rafforzare relazioni importanti.
Il mio lavoro di tessitura non finirà certo qui e continuerò con pazienza a riannodare fili, a tendere la mano e a camminare per raggiungere l’altro e l’altrove.
Per questo motivo il primo giorno di settembre non segna per me un nuovo inizio o un taglio netto con l’estate.
È per me infatti un momento di proseguimento per quel percorso di rinnovamento personale che è cominciato in modo spontaneo e che non vuole fermarsi, vuole anzi proseguire e progredire, in completa libertà e senza imposizioni.
In questa fase di passaggio continuo a riaffacciarmi nel mondo, supero paure, squarcio veli e mi mostro così come sono.
Come ti senti tu in questa tarda estate?
E come va con la malinconia?
Ti leggo nei commenti, mentre sono in cammino.
Marta Albè
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