Amo i confini, i margini, le soglie, le fasi di transizione e i momenti di passaggio.
Li amo perché sono cruciali, trasformativi, catartici, un potente balsamo per l’anima che tutto risana e che rinnova ogni cosa.
Rinnova me stessa, la mia visione e il mio modo di vivere.
Un modo di vivere più aperto, sempre più impegnato nel coltivare relazioni positive e nella ricerca della vita all’aria aperta, di luoghi puliti dove camminare e respirare.
Per vivere pienamente questa stagione di passaggio, sono uscita alla ricerca dei primi segnali d’autunno.
Vibrazioni semplici, ma segnali potenti del cambiamento che la natura sta attraversando.
Così nel bosco ho respirato a pieni polmoni insieme alla mia piccola famiglia.
Ho percorso il sentiero ampio e ombreggiato che da Albavilla conduce al Rifugio Capanna Mara.
Un sentiero in salita che si snoda tranquillamente nel bosco tra colori stupendi, che nel passaggio dall’estate all’autunno sono una meraviglia per gli occhi, perché tra le fronde ancora verdi spuntano le prime foglie dorate.
In questa giornata il mio primo reale momento di consapevolezza del cambiamento è nato quando mi sono fermata ad osservare una foglia autunnale mentre da un ramo cadeva dolcemente a terra, sospinta da un vento leggero.
Con lo sguardo e in silenzio ho seguito tutto il suo lieve e affascinante percorso.
È stato per me il vero segnale dell’autunno che si avvicina, mentre continuo ad aggrapparmi alla fine dell’estate, al suo calore e alla meravigliosa luce dorata che caratterizza questa fase di passaggio.
I primi reali segnali d’autunno li ho scorti ammirando il bosco e le cime dei monti del Triangolo Lariano, una zona che sto scoprendo e riscoprendo a poco a poco, perché qui si possono trovare sentieri semplici per camminare nella natura, adatti a tutti, anche a una piccola famiglia come la mia.
I primi colori autunnali sono ricchi di calore e di una certa allegria che si mescola alla malinconia nel salutare l’estate.
Quest’anno per me il pensiero di salutare l’estate è difficoltoso, perché sono riuscita a vivere questa stagione così com’è, con la sua energia espansiva.
Tra vestiti leggeri e passeggiate nei boschi e nei parchi, vacanze e gite in montagna, ho trovato una modalità per vivere bene l’estate che per me funziona davvero.
Amare l’autunno non significa scacciare l’estate, ma attendere il cambio di stagione con consapevolezza, per vivere in modo ricco e denso i giorni che passano.
Quei giorni che altrimenti scivolerebbero via senza un senso, quando invece amo donare pienezza e significato ad ogni giorno che passa.
Così sorrido, così vivo.
E se qualcosa non va, se le giornate diventano pesanti, so che posso uscire a camminare, oppure fermarmi a meditare, due modi diversi per guardarmi dentro.
Nella mia estate attiva e vissuta in movimento, il camminare ha avuto la meglio, ad esempio nella semplice passeggiata per raggiungere il parco giochi insieme alla mia piccola famiglia.
Camminare dona una nuova prospettiva sulla vita, apre la mente e il cuore, lascia spazio a un nuovo punto di vista sul mondo.
Chi cammina apre gli occhi e coglie i dettagli, fa incontri inaspettati, innanzitutto incontra se stesso.
Amo il cammino interiore tanto quanto amo il cammino concreto e credo che queste due strade possano prendersi per mano e unirsi in molti momenti.
Non una camminata solo sportiva, non una camminata solo meditativa, ma un percorso più ampio che permetta di camminare per crescere, in tutte le direzioni.
E sono felice che mio figlio, a quattro anni, possa già imparare la straordinaria bellezza del cammino, della passeggiata per raggiungere un parco o per conoscere il bosco.
Lui che non ha mai amato il passeggino (rimasto come nuovo) e che si è mosso insieme a noi nel marsupio fin dai primi mesi e poi sulle sue gambe, oltre che sule spalle del papà nei momenti di stanchezza.
Per lui sogno un mondo diverso e creo un mondo nuovo, mi impegno ogni giorno per farlo.
Mi aiutate a realizzare questo grande cambiamento?
In un mondo iper connesso, sempre più tendente alla chiusura e all’isolamento, possiamo ricominciare a muovere i nostri passi nella natura e sulla strada, con delicatezza, energia, rispetto e una crescente sete di conoscenza.
Marta Albè